Si è inaugurata sabato 13 aprile, a Venezia, presso gli spazi della Collezione Peggy Guggenheim, in Palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701, la mostra intitolata “Jean Cocteau la rivincita del giocoliere”. Si tratta della più grande retrospettiva dedicata a questo artista eclettico che si definiva, con molta autoironia, ma anche precisione nella scelta dell’ordine dei termini: “Accademico, poeta, romanziere, drammaturgo, pittore e disegnatore.” Jean Cocteau (Maisons – Laffitte 5 luglio 1889 + Milly la Foret 11 ottobre 1963)  al quale si riferisce la foto di copertina ed a corredo dell’articolo, infatti, non terminò mai gli studi, anche se divenne effettivamente membro dell’Académie Française, ma solo ad honorem, nel 1955 all’età avanzata di sessantasei anni. Ma soprattutto egli si sentiva poeta, erede dei “maudits” tanto da fare addirittura uso di oppio per un periodo e considerava tutte le proprie opere, anche quelle pittoriche, come espressioni di poesia. La mostra che la Collezione Guggenheim, dedica a questo artista, oltre ad essere, come detto, la più grande retrospettiva a lui dedicata, celebra anche perfettamente la grande amicizia, tra Peggy Guggenheim e Cocteau, ma anche l’immenso e forse struggente amore che quest’ultimo provava per Venezia, città nella quale soggiornò più volte dopo la seconda guerra mondiale. Vale la pena dunque scoprire questo “giocoliere dell’arte” che è stato tra i pochi ad aver vissuto entrambe le guerre mondiali ed apprezzarne tutte le sfumature proposte in mostra, con oltre centocinquanta lavori che toccano ogni aspetto della sua produzione: da quella di disegnatore, grafico e muralista, a quella di designer di moda, di gioielli e tessuti, per finire a quella di regista. Pochi forse sanno, infatti, che il film “La bella e la bestia” del 1946 venne diretto proprio da Jean Cocteau. La mostra sarà visitabile fino al 16 settembre 2024 con orario 10.00-18.00 escluso il martedì.

Luca Monti