Anche il Lago di Como potrebbe diventare a pagamento come Venezia

23 Aprile 2024 pubblicato in hub


In Italia, si sta affermando una pericolosa cultura anti turistica, col rischio che tutto l’indotto ne paghi le conseguenze, con un ulteriore impoverimento del nostro Paese. Si tratta del cosiddetto over booking, che affligge le principali città d’arte, tra le quali, ovviamente anche Firenze. Il problema tuttavia, non è nel numero dei turisti, ma nella loro gestione, completamente deficitaria, da parte delle amministrazioni locali. Siamo pronti a scommettere, infatti, che nessuno degli assessori al turismo delle principali città, è mai salito a bordo di un pullman turistico, o ha mai seguito un gruppo in giro per la propria città. Se lo avessero fatto, capirebbero i disservizi che i turisti, che contribuiscono per buona parte al Pil, dunque alla ricchezza delle città in oggetto, subiscono quotidianamente, dalla mancanza di bagni pubblici, alla distanza tra i parcheggi degli autobus ed i centri storici, che per le persone anziane rappresenta spesso un vero calvario, alla presenza costante di borseggiatori e venditori abusivi di ogni tipo. Certo si può dire che si tratta delle stesse problematiche delle quali soffrono i residenti, ma c’è una differenza sostanziale, che è quella, ripetiamo, del fatto che i turisti portano soldi e tanti soprattutto nelle tasse dei Comuni, con una serie infinita di gabelle, dalla tassa di soggiorno, a quella dei bus turistici a fronte di un’erogazione di servizi pari a zero. Certo anche i fiorentini pagano le tasse, ma resta il fatto, di nuovo, che a permettere ai residenti di guadagnare e quindi anche di pagare le tasse, sono proprio i turisti. Morale della favola se ammazzi il turismo, affossi economicamente Firenze e Venezia, forse non Roma, che vive anche di ministeri ed uffici vari, ma comunque le dai una mazzata non da poco. Invece la “saggezza” dei sindaci, fa sì che i turisti, anzichè come una risorsa vengano trattati come polli da spennare, in una folle corsa di ritorno al medioevo con la gabella di entrata in città, che anzichè di un Fiorino, oggi, è di cinque Euri (il plurale è voluto). Il primo ad inaugurare questo nuovo medioevo, è stato il Sindaco di Venezia, che ha, appunto introdotto il biglietto d’ingresso, con prenotazione, nella città lagunare trasformandola di fatto in un parco divertimenti acquatici stile Disneyland. Se già per una famiglia media di quattro persone si arriva ad un esborso di venti Euro, per un gruppo di cinquanta persone si arriva alla cifra, non proprio irrilevante di 250 Euro. Detto così sembra poco, ma considerando che i gruppi sono gestiti da tour operators privati, che devono fare i conti, sommando questa cifra a quella richiesta, come gabella, per il bus che trasporta il gruppo ed alla tassa di soggiorno, si arriva, verosimilmente intorno ai 750 Euro, forse anche di più, solo per Venezia. Significa che per un solo gruppo in Italia, che tocchi tre o quattro città, ogni tour operator deve sborsare 4/5 mila Euro, mettiamo che ne movimenti mille l’anno, sono 4/5 milioni di Euro, senza alcun ritorno, a meno di non aumentare di conseguenza il costo del viaggio, scaricando i costi sui clienti. A questo punto cosa succede? Sicuramente una contrazione di turisti di ceto medio o basso, non più in grado di pagare cifre astronomiche, di conseguenza minori entrate per i Comuni, ma soprattutto minori incassi per le attività economiche, che si traducono in una diminuzione del gettito fiscale complessivo. E sbaglia chi gioisce pensando che se non arrivano i turisti poveri, arrivano quelli ricchi, che sono di meno, ma spendono di più. Niente di più errato, dal momento che i turisti ricchi non viaggiano in bus, ma in aereo, dunque sfuggono alle gabelle dei bus turistici e comunque sono ideologicamente contrari all’idea di un biglietto di ingresso in città, in quanto pensano di dover essere ricevuti con tutti gli onori, essendo portatori di schei, per dirlo alla veneziana. Invece, adesso, anche il Sindaco di Como, pensa ad un biglietto di ingresso per il Lago, definendo la possibile introduzione di una tassa di soggiorno, sull’esempio di Venezia, come una delle misure utili nella lotta alla sovrabbondanza di turisti, termine che suona davvero offensivo per chi di turismo vive. La tariffa ipotizzata per visitare il Lago di Como, potrebbe essere la stessa di Venezia, i soliti 5 Euri. Insomma, esattamente l’opposto di quello che si dovrebbe fare, vale a dire, accogliere e gestire, quanti più turisti possibile. Prepariamoci ad un medioevo prossimo venturo, nel quale per andare in qualsiasi città che non sia la propria, prima ancora di entrare ammesso che non introducano per l’ingresso, anche criteri soggettivi di tipo biometrico, o di antipatie personali, bisogna essere sicuri di avere il portafoglio pieno di fogli da 5 Euri, da elargire al gabelliere di turno, sicuri di ottenere in cambio zero servizi. Insomma Paga Bindo!

Luca Monti

 

 





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