L’azienda americana Microstrategy è il maggior detentore mondiale di Bitcoin
23 Giugno 2024 pubblicato in Il mondo digitale
Michael Saylor, cofondatore e presidente di Microstrategy, azienda statunitense leader nel settore della cosiddetta Business Intelligence, vale a dire l’analisi e la gestione dei dati di mercato, è da sempre un sostenitore del Bitcoin. A differenza di altri soggetti economici che si limitano ad esaltare la più importante criptovaluta esistente, però Michael Saylor, la sostiene davvero, tanto che la sua azienda, risulta essere, oggi, il soggetto privato che detiene il maggior numero di Bitcoin, con un numero di essi, superiore a quello detenuto da qualsiasi Stato al mondo e dieci volte maggiore rispetto a quello detenuto da Marathon Digital Holdings, azienda specializzata proprio nel minare le criptovalute, che si piazza al secondo posto di questa classifica ben distaccata, appunto, da Microstrategy. Stiamo parlando dell’1% di tutti i Bitcoin circolanti al mondo, pari a 214,400 BTC per un controvalore di 7.54 Miliardi di Dollari, per un costo unitario di 35Mila180 Dollari per Bitcoin, al cambio del 26 aprile di quest’anno, che gli analisti di DataDrivenInvestor, stimano tuttavia possano arrivare a valere, in futuro, fino a 14Miliardi di Dollari. Non è un caso se ormai, Microstrategy, ha visto i Bitcoin in proprio possesso, superare enormemente, il valore delle proprie entrate in Dollari, che si stanno riducendo, anno per anno, del 5% e adesso sono pari a 115.2Milioni di Dollari, tenute su fondamentalmente, dai ricavi dei servizi in abbonamento, che, viceversa, crescono del 22% anno per anno ed hanno raggiunto i 23Milioni di Dollari. Questa manovra, che di fatto rende l’accumulo di Bitcoin, la prima attività economica di Microstrategy, non può essere considerata un azzardo, nè una scommessa vista la longevità dell’azienda, che è sul mercato ormai dal 1989 ed il cui presidente, appunto Michael Saylor, non è certo un pischello esordiente, od uno sprovveduto e questo significa che alla base vi è una strategia economica sottostante, oppure una visione di lungo periodo nel campo della geopolitica, che, volenti o nolenti, influenza eccome l’economia. A darci un’idea di questa visione, è lo stesso Saylor, che ha definito il Bitcoin come “Una via d’uscita“. Ma una via d’uscita, da cosa, o da dove? non crediamo che necessiti essere degli economisti per capire a cosa si riferisca Saylor, che ci sta dicendo come dal suo punto di vista, peraltro molto qualificato, essendo come detto a capo di un’azienda leader nel mondo, delle analisi di mercato, l’economia basata sulle valute fisiche, in particolar modo il Dollaro sia sul viale del tramonto e dunque convenga rivolgersi al mondo delle criptovalute, che potrebbero davvero diventare una sorta di “oro digitale“. Quanto questo oro digitale, sarà diffuso ed alla portata di tutti non lo sappiamo, ma certo l’aria che tira negli ambienti che contano, anche negli Stati Uniti, è quella di un’uscita, appunto dal sistema Dollaro, per entrare in quello del Bitcoin, magari inserito in un contesto di ritorno al “Sistema Aureo“, il cosiddetto Gold Standard, sostituito dal 1971 con gli accordi di Bretton Woods, che introdussero i “cambi flessibili” le cui fluttuazioni hanno portato nel tempo insieme a politiche dissennate, al disastro economico dell’occidente, che stiamo vivendo oggi e del quale, purtroppo, molti non paiono rendersi conto. Se queste previsioni si dovessero dimostrare vere, il primo a farne le spese, sarebbe l’Euro, che malgrado le dichiarazioni rassicuranti dei politici, si sta dimostrando sempre più virtuale come le banconote del Monopoli.
Luca Monti