Buon anno oh Fiorenza!

25 Marzo 2023 pubblicato in Dantescamente


Oggi la città di Fiorenza, festeggia il capodanno. Si tratta di un’antica usanza, rimasta in uso fino al 1749, quando il Granduca di Toscana Francesco Stefano di Lorena, ordinò alla Toscana, di uniformarsi al resto del mondo, festeggiando il capodanno, il primo gennaio. Aldilà delle disquisizioni filosofiche sull’utilità o meno del conformarsi alle scelte altrui, che ci porterebbero del tutto fuori tema e sulle quali si aprirebbe un dibattito infinito, tra i sostenitori delle varie posizioni in materia e le loro innumerevoli ed inevitabili sfumature, vogliamo semplicemente spiegare il  motivo per il quale, il capodanno fiorentino si festeggiava il 25 marzo. La tradizione deriva dal calendario cosiddetto giuliano, in quanto fissato da Giulio Cesare, intorno al 46 avanti Cristo, per celebrare probabilmente la primavera, periodo di rinascita, quindi considerato ideale per l’inizio di ogni attività e dunque per estensione, capodanno perfetto. La data sopravvisse però in Toscana anche in epoca Cristiana, ben oltre il 1582, anno nel quale il calendario giuliano, per una disputa, più teologica che pratica, sul computo dei giorni, venne sostituito dal calendario gregoriano, introdotto da papa Gregorio XIII. La scusa con la quale in Toscana, si mantenne il capodanno, sta nella formula latina “Ab Incarnatione” con la quale si definisce l’inizio dell’anno, basandolo sulla data dell’Annunciazione, considerata quella del compimento di Gesù, nove mesi prima della sua nascita, dunque della sua incarnazione. Una curiosità, che divideva i Fiorentini e gli altri toscani dai Pisani, era tuttavia legata all’anticipazione o alla posticipazione del capodanno. per i pisani, infatti, l’anno, oggi, non sarebbe cominciato ma finito, iniziando il 25 marzo dell’anno precedente e dunque secondo questo computo anticipato, oggi a Pisa, sarebbe già il 2024. Grazie soprattutto ai predicatori Domenicani, in particolare il pisano Giordano da Rivalto, che nelle sue prediche agli inizi del XIV secolo, bollava l’idea di cambiare il calendario come eretica, questo particolare capodanno si estese oltre i confini geografici della Toscana, raggiungendo Bologna, Cremona, Mantova, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Salerno, Torino, Verona e buona parte della Sicilia, dove si celebrava il capodanno il 25 marzo, secondo il computo fiorentino e Bergamo, Lodi, Milano e Padova, dove invece si celebrava, secondo il computo pisano. Da qualche anno, sia nella nostra città, che a Pisa, si è ripresa la tradizione, sia pur solo ai fini folkloristici e non pratici ed alle 15 e 15 partirà dal Palagio di Parte Guelfa, la suggestiva sfilata del Corteo della Repubblica Fiorentina, coi costumi del Calcio Storico, verso la Basilica della Santissima Annunziata dove, davanti alla cappella dell’Annunciazione, verrà solennemente offerto alla Madonna, l’omaggio della città. L’omaggio della città, veniva anticamente reso dalle autorità pubbliche, a tale immagine sacra per due motivi, innanzitutto perchè, appunto, il 25 marzo si celebra anche l’Annunciazione, ma anche perchè la Basilica della Santissima Annunziata, nasce come santuario mariano, intorno al miracolo dell’immagine acheropita della Madonna, che sarebbe stata dipinta, non da mano umana. La leggenda narra, infatti, che nel 1252, i Sette Santi Servi di Maria, fondatori della chiesa, commissionarono l’affresco dell’Annunciazione ad un pittore chiamato Bartolomeo, che stanco per non riuscire a trovare l’ispirazione giusta per dipingere il volto di Maria, si addormentò ed al risveglio, con sua grande sorpresa vide nel dipinto il volto della Vergine, che venne dunque attribuito al miracoloso intervento di un angelo, forse lo stesso Gabriele. Da allora resta importante e sentita in città, la devozione per quell’immagine mariana acheropita. Non ci resta, adesso, che augurare  buon anno, alla nostra amata Fiorenza.

Luca Monti





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