Firenze celebra Thomas Patch nel trecentenario della nascita con una mostra al Museo Stefano Bardini

9 Ottobre 2025 pubblicato in Piazza Arte


Al Museo Stefano Bardini, si è inaugurata il 3 Ottobre, per concludersi il 15 Dicembre, una mostra che celebra l’artista Thomas Patch, nel tricentenario della sua nascita. Thomas Patch, al cui autoritratto, realizzato nel 1761 si riferisce la foto di copertina e a corredo dell’articolo, nacque, infatti il 13 Marzo 1725 ad Exeter, in Inghilterra, ma visse gran parte della propria esistenza a Firenze, dove morì il 30 Aprile 1782. Figlio di un importante dottore, ci si aspettava che diventasse farmacista, ma non terminò gli studi ed iniziò a viaggiare, trasferendosi a Roma, nel 1747 insieme a Richard Dalton, che stava per diventare il bibliotecario di re Giorgio III. A Roma, iniziò la propria carriera artistica frequentando il pittore francese Claude Joseph Vernet, per il quale realizzò, paesaggi di Tivoli e riproduzioni di opere del maestro. Nel 1755 Il Tribunale della Santa Inquisizione, lo bandì da Roma, per presunta omosessualità e si trasferì a Firenze, dove ritrovò l’amico Sir Horace Mann, console britannico. Nella nostra città, Patch scrisse un dettagliato trattato sulla fisiognomica umana, che, per suo grande dispiacere gli venne rubato e del quale rimane qualche traccia nelle sue opere artistiche, molto accurate appunto, nei dettagli delle fisionomie dei soggetti raffigurati. Abbandonò, pian piano, il proprio stile originario per dedicarsi allo studio dell’arte classica italiana, riproducendo opere di Ghiberti, Giotto e Masaccio, spesso in formato cartolina, destinate ai turisti del Grand Tour. Fu forse proprio questa attività pittorica di Thomas Patch, ad introdurre il turismo di massa a Firenze, pubblicizzandone le bellezze artistiche e contribuì a creare quella generazione di cittadini inglesi, antiquari e collezionisti, che nell’800 si stabili in città. Ecco quindi che una mostra dedicata, a questa figura poco conosciuta, ma determinante per la cultura artistica moderna, a Firenze ed oltretutto in un museo dedicato ad un altro personaggio cruciale per il suo sviluppo, come Stefano Bardini, risulta importante, per mettere in evidenza colui che ha riportato in auge la memoria del Medioevo e del Rinascimento nella nostra città ed ha rappresentato un ponte tra la cultura anglosassone e quella fiorentina. Proprio per questo, la mostra, non si limita ad essere una mera esposizione delle opere dell’artista, ma prevede anche conferenze di approfondimento sulla sua figura, come quella che Giulia Coco, terrà Domenica 19 Ottobre alle ore 11 su: “Thomas Patch e Firenze: memorie di un anglo – fiorentino.” Insomma si tratta di una mostra decisamente importante e di alto valore culturale, oltre che artistico.

Luca Monti





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