Il 10 Febbraio del 1216 nasce la divisione tra Guelfi e Ghibellini a Firenze

10 Febbraio 2025 pubblicato in Dantescamente


Nel medioevo, già nel XII Secolo, i due “partiti” politici del tempo, i Guelfi ed i Ghibellini, che appoggiavano rispettivamente i Guelfi il Papato ed i Ghibellini l’Impero, iniziarono a combattersi non a livello familiare, ma a livello cittadino. A seconda di quale fazione avesse in quel momento il predominio in una città, dunque, si faceva guerra a quella vicina, governata dalla fazione opposta. Il 10 Febbraio del 1216 cambia la prospettiva dello scontro che si insinua all’interno delle mura cittadine, dividendo quindi la popolazione e questo accadde proprio a Firenze, città nella quale, come tutti sappiamo, resta forte la divisione su tutto, che forse, nasce proprio da quel 10 Febbraio e che da allora diventa un simbolo della lotta fra Guelfi e Ghibellini. In realtà l’episodio scatenante si svolse a Campi Bisenzio, precisamente all’interno della Rocca Strozzi, durante un banchetto tra nobili fiorentini. All’epoca quella Rocca, non era ancora di proprietà degli Strozzi, ma apparteneva alla famiglia dei Mazzinghi ed uno dei suoi componenti Mazzingo Tegrimi, che doveva festeggiare una sua recente patente cavalleresca nobiliare, vi organizzò un grande banchetto. Purtroppo uno dei giullari, pagati per intrattenere gli ospiti durante il banchetto, per fare uno scherzo, pensò bene di sottrarre un piatto dalla tavola, di fronte ai posti dove erano seduti Buondelmonte dei Buondelmonti e Uberto degli Infangati. Malgrado il Buondelmonti si fosse contrariato per quello scherzo di cattivo gusto da parte del giullare, la questione sembrava chiusa. A quel punto però si presenta sulla scena un famigerato rissaiolo, tale Odarrigo de’ Fifanti, che accusò Uberto degli infangati di aver sobillato il giullare per togliere il piatto al Buondelmonti. Ovviamente Uberto reagì, ribaltando la frittata, sostenendo che in realtà fosse stato il rissaiolo a far sottrarre il piatto per mangiarselo. Probabilmente Odarrigo de’ Fifanti, non aspettava altro per far partire la rissa e scagliò contro il viso del suo accusatore un tagliere pieno di carne, ricevendo una coltellata ad un braccio dal Buondelmonti intervenuto a difesa dell’amico. A quell’epoca fatti di sangue del genere, venivano sanati con accordi economici o matrimoniali e dopo una riunione sul da farsi, tra la famiglia Fifanti, della quale faceva parte Odarrigo, rimasto vittima dell’accoltellamento e quelle sue alleate, che erano: Amidei, Gangalandi, Lamberti ed Uberti, venne proposto a Buondelmonte, di sposare una nipote di Odarrigo. L’accordo venne stipulato ed il matrimonio fissato per il 10 Febbraio 1216 ma nessuno aveva fatto i conti con Gualdrada Donati, che sostenne che Buondelmonte, avesse accettato di sposare una donna brutta e di nobiltà inferiore, solo per paura di eventuali ritorsioni dei rivali e gli propose di sposare sua figlia, famosa per la sua bellezza, offrendosi addirittura di pagare lei stessa un’eventuale penale economica per la rescissione del patto matrimoniale. Buondelmonte, accettò questa nuova soluzione e quel 10 Febbraio, passò da Por Santa Maria, di fronte alla chiesa di Santo Stefano al Ponte, non per celebrare il suo matrimonio, ma per andare a fissare la data delle nozze con la figlia di Gualdrada Donati, contando forse su una risoluzione economica della questione, alla quale avrebbe pensato la sua futura suocera. La famiglia Fifanti e le sue alleate, si riunirono allora in casa degli Amidei, a due passi dalla chiesa dove si doveva svolgere il matrimonio saltato per prendere una decisione sul da farsi. Tutti erano concordi con una punizione di Buondelmonte, che poteva andare da una sonora bastonatura allo sfregio, ma uscì vincente la linea dettata da Mosca dei Lamberti, che pronunciando la celebre frase “Cosa fatta capo ha!” ne propose di fatto l’assassinio, che venne fissato proprio il giorno delle nozze tra Buondelmonte e la figlia di Gualdrada Donati, che dovevano svolgersi la Pasqua seguente. E così fu, mentre attraversava il Ponte Vecchio, per entrare in città, Buondelmonte, venne circondato, insultato ed accoltellato a morte. Da quell’omicidio deciso il 10 Febbraio dl 1216 per vendetta contro un matrimonio non celebrato, nacque quindi la divisione all’interno di Firenze, primo esempio in Italia, tra Guelfi e Ghibellini, rappresentati rispettivamente, i Guelfi dalle famiglie: Buondelmonti, Donati e Pazzi ed i Ghibellini dalle famiglie: Amidei, Lamberti ed Uberti. Aldilà dell’aspetto storico, pur molto importante, ci piacerebbe sapere quale fazione prevarrebbe nella Fiorenza di oggi ed invitiamo quindi i lettori e le lettrici, se avranno piacere di farlo, a commentare questo articolo e a dichiarare, se si sentono più Guelfi o Ghibellini.

Luca Monti





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