Il “Duro di Menta” fra storia e leggenda

1 Gennaio 2024 pubblicato in Dantescamente


Le festività natalizie, almeno quelle legate maggiormente all’immaginario dei bambini, stanno finendo, ma resta ancora quella della Befana, che secondo il detto popolare, che recita: “Epifania, tutte le feste si porta via” chiude, appunto, questo periodo dell’anno. E siccome la calza della Befana, anche per la sua dimensione, non contiene doni “importanti” come quelli portati da Babbo Natale, ma soprattutto dolci o carbone (anche se quest’ultimo, è dolce pure lui, ormai, in omaggio al buonismo imperante) ecco che ci occupiamo di uno dei dolci tipici natalizi, che con la globalizzazione, è possibile comunque trovare tutto l’anno. Si tratta del famoso bastoncino di zucchero, a strisce bianche e rosse, che a Firenze, è chiamato “Duro di Menta” avendo il sapore di quest’ultima. Non sappiamo se sia vera ma ci piace riportarne la storia, che sconfina nella leggenda. Questo bastoncino di menta, infatti, nasconderebbe un forte simbolismo Cristiano e per questo, è tipico, come detto, delle feste natalizie. La sua origine, sarebbe molto antica, tanto da risalire alle persecuzioni anticristiane dei primi secoli dopo Cristo, quando un pasticcere lo avrebbe inventato per condividerlo con gli altri membri della sua comunità, come segno di riconoscimento della comune Fede, durante il periodo natalizio senza rischiare di essere riconosciuti come Cristiani. Ma veniamo al simbolismo che l’anonimo pasticcere, avrebbe inserito nel “Duro di Menta”. Il caramello indurito rappresenterebbe Gesù, come la roccia solida, su cui sono edificate le vite dei Cristiani. La tipica forma a J, sta ovviamente per Jesus, ma rappresenterebbe anche un bastone pastorale, a simboleggiare Gesù, come il Buon Pastore per i Cristiani. Il colore bianco, è chiaro simbolo di purezza e di assenza di peccato, mentre la striscia rossa larga, sarebbe il sangue versato da Gesù, per la redenzione dell’uomo e le tre strisce rosse più sottili, ricorderebbero la flagellazione con i segni lasciati dalla frusta sul suo corpo. Anche il caratteristico sapore di menta, infine, avrebbe il suo proprio simbolismo, a ricordare l’issopo, una pianta aromatica usata per purificare, della quale si parla nell’Antico Testamento e nei Salmi.

Luca Monti





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