La storia di Via della Rosa

19 Settembre 2024 pubblicato in Dantescamente


Ci piace far conoscere ai lettori, anche le piccole storie di Firenze e dunque, oggi, vogliamo far riscoprire il significato del nome di una delle tante viuzze, meno conosciute del centro storico vale a dire Via della Rosa, sita nel Quartiere di Santa Croce, alla quale si riferisce la foto di copertina ed a corredo dell’articolo. Si tratta di una piccola e breve strada, che unisce Via dell’Agnolo con Via Ghibellina, nei pressi del Teatro Verdi. Anticamente, questa viuzza si chiamava Via de’ Becchi, nome forse risalente al trasferimento in quella zona, dal Ponte Vecchio, loro prima sede, dei macellai che a Firenze erano detti Beccai. Siccome però, in fiorentino, “Becco” vuol dire marito tradito dalla moglie, nel 1730 i residenti della zona, all’epoca molto chiacchierata, per la presunta poca moralità dei suoi abitanti volendo distaccarsi da quella fama poco gradita, chiesero al Granduca di Toscana, Gian Gastone de’ Medici, di cambiare il nome della strada che diventò così, Via della Rosa. Secondo alcuni, il nome sarebbe da attribuirsi alla vicinanza di orti e giardini nella zona, testimoniata ad esempio dal vecchio nome del vicino Borgo Allegri, che si chiamava ancora a quell’epoca, Via del Rosmarino. Secondo altri studiosi, invece, il nuovo nome di Via della Rosa, si riferirebbe alla Vergine Maria, uno dei soprannomi della quale, è quello di Rosa Mistica, per una scelta toponomastica dettata dal fatto, che quella stradina si trova in fondo a Via dell’Agnolo, che in fiorentino significa Angelo, che quindi avrebbe esaurito la propria missione con l’Annunciazione. Un’altra versione più celebrativa della famiglia Medici e senz’altro più intrigante, è quella che vorrebbe l’attribuzione del nome di Via della Rosa, alla celebrazione dell’ambita onorificenza della “Rosa d’Oro” da parte di Papa Benedetto XIII nel 1727 con una cerimonia solenne in Santa Maria Novella, a Violante Beatrice di Baviera vedova di Ferdinando dè Medici, quindi cognata del Granduca Gian Gastone, che gli era legato da un ottimo rapporto, tanto che si dice che ne fosse l’amante, malgrado la quasi dichiarata omosessualità dello stesso Granduca. Se fosse vera quest’ultima ipotesi, si tratterebbe di un vero e proprio capolavoro di ironia fiorentina, perchè il Granduca di Toscana, avrebbe cambiato solo in apparenza il significato di Via de’ Becchi, ricordando col nuovo nome di Via della Rosa, le corna da lui stesso fatte al fratello maggiore la cui morte nel 1713 col padre Cosimo III ancora in vita, gli spianò la strada del trono. A conferma di questa ipotesi, vi è il fatto che Violante Beatrice di Baviera, alla sua morte avvenuta il 30 maggio del 1731, quindi solo pochi mesi dopo il cambio di toponomastica, lasciò per volontà testamentaria proprio a Gian Gastone, l’anello donatole dal suocero Cosimo III per le nozze, come a dire che il suo vero marito, era lui e non il fratello Ferdinando. Venendo all’oggi, Via della Rosa, è una stradina quasi disabitata, che fino agli anni ’80 del secolo scorso, era sede di numerosi cartai, che svolgevano l’attività, appunto, di rivendita di carta usata, da avviare al riciclo.

Luca Monti





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