Stasera torna la Rificolona
7 Settembre 2025 pubblicato in Dantescamente
Come sempre, la sera del 7 Settembre, vigilia della Natività della Beata Vergine Maria, in Piazza Santissima annunziata, torna la Rificolona. Ma di cosa si tratta esattamente? Questa tradizione tutta fiorentina, non ha nulla di religioso, ma è strettamente collegata allo sberleffo, che, a Firenze, assunse un’importanza particolare col Pievano Arlotto, al secolo Arlotto Mainardi (Firenze 25 Dicembre 1396 – Firenze 26 Dicembre 1484) un sacerdote le cui date di nascita, per Natale e morte, per Santo Stefano già appaiono di per sè affascinanti per un prete, che con le sue famose burle, ha ispirato un vero e proprio filone letterario. Ma aldilà del destino, che ha voluto che Arlotto, nato per Natale diventasse prete e vivesse oltre ottant’anni le due date, a Firenze, se collegate insieme, hanno un significato ben preciso. L’espressione: “Durare da Natale a Santo Stefano” significa, infatti, qualcosa che dura poco, un giorno, o poco più quindi di scarsa qualità. Ed ecco, che, a Firenze, il Pievano Arlotto, ha forse ispirato la Rificolona, che rappresentava proprio uno sberleffo organizzato dai ragazzini fiorentini ai danni dei mercanti di prodotti alimentari, prevalentemente aretini, che arrivavano a Firenze, per vendere i loro prodotti alla vigilia della grande festa religiosa in onore della Nascita della Madonna. Durante il percorso da Porta alla Croce, le mogli di questi mercanti venivano prese in giro, attraverso la definizione, appunto di Rificulona, con chiara allegoria alla loro parte posteriore, che veniva messa in evidenza dai loro abiti, di foggia non certo sopraffina, come quelli delle nobildonne della città, mentre i mariti venivano infastiditi dai proiettili delle cerbottane che colpivano le loro lanterne di carte con la candela, da essi utilizzati per farsi luce durante il cammino in campagna, facendole spegnere. Ecco quindi come nasce la Rificolona, che oggi, purtroppo come molte altre tradizioni fiorentine, sta diventando una specie di gioco revival per turisti. Ci piacerebbe che Firenze, invece, recuperasse le antiche tradizioni, anche quelle soppresse dai Lorena, ad esempio il Palio dei Cocchi, in Piazza Santa Maria Novella, per ampliare, la propria offerta culturale, attraverso la riscoperta del proprio patrimonio di feste popolari e di personaggi ormai quasi dimenticati, ma che hanno fatto la storia della letteratura minore fiorentina, come il Pievano Arlotto.
Luca Monti