Grazie per non avermi vista di Benedetta Pennetta

29 Gennaio 2024 pubblicato in Libri


 

 

Grazie per non avermi vista di Benedetta Pennetta, uscito a novembre 2023, è un romanzo breve che, a partire da uno spunto autobiografico romanzato, racconta la storia di molte giovani donne “expat” dalla provincia dell’Italia meridionale ai paesi dell’Europa centro settentrionale (ma, per estensione, questa storia potrebbe essere rappresentativa anche delle migrazioni interne dal Sud d’Italia al Nord del paese). E, in qualche modo, è anche un libro rappresentativo di una generazione, quella nata tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Novanta.

La storia di Bebe, la protagonista del romanzo, prende le mosse nella provincia salentina. Bebe è una bambina dal temperamento solitario e “artistico” con una grande passione per il canto e la recitazione. Nell’ambiente della sua famiglia, il lavoro nell’ambito dell’arte e dello spettacolo era considerato qualcosa di “difficile” o comunque di non idoneo a garantire sicurezza e solidità economica.

Anche in assenza di una ostilità esplicita della famiglia, la protagonista di Grazie per non avermi vista non riesce a comunicare adeguatamente la sua necessità di esprimere la sua personalità attraverso le arti e la recitazione. Sceglie così di andarsene, sì, dalla sua casa di provincia e dalla sua famiglia, ma per impegnarsi in percorsi di studi e di lavoro più convenzionali, dall’Università di Venezia fino al lavoro prestigioso, ma molto impegnativo, in una multinazionale a Ginevra.

In Svizzera Bebe ha una carriera apparentemente soddisfacente, ma un lavoro che intimamente le è totalmente estraneo arriva ad assorbire quasi completamente la sua vita e la sua personalità. In particolare, a determinare il suo crollo è l’atteggiamento della manager Elda, che sembra adoperarsi senza alcune ragioni per metterla in difficoltà e dimostra ogni giorno di “non vederla” non riconoscendo il suo impegno e la sua dedizione al lavoro nel quale era impegnata dal suo arrivo in Svizzera. La protagonista Bebe attraversa quindi un periodo di profonda crisi e depressione, acuito dalla fase storica che ha attraversato il mondo intorno a lei tra il 2020 e il 2022, nel quale per sua fortuna è spalleggiata da un marito che chiama “l’Amore della sua vita”, fino a prendere la decisione di lasciare questo lavoro per sempre, e con esso un’esistenza nella quale non si riconosceva.

Un passo interessante del libro sottolinea come la generazione dell’autrice, nata nel 1987, sia vissuta e cresciuta nel mito di una vita come continua performance e del lavoro come una sorta di religione totalizzante che deve assorbire completamente la personalità, e nella quale la principale nota di merito è appunto la dedizione totalizzante. Nel caso di Bebe, una donna dell’Italia meridionale “expat” in un paese come la Svizzera, identificato con il mito della precisione e dell’efficienza, tutto questo è acuito dal dover dimostrare ogni giorno di essere “diversa” dall’immagine stereotipata associata alla donna italiana del Sud. Oggi molti studi sociologici sottolineano che le generazioni nate negli anni Novanta siano più refrattarie verso questo mito della società performativa e del lavoro (o meglio della posizione sociale) come unica determinante dell’identità individuale. Grazie per non avermi vista non è solo una storia di “mobbing” o di una crisi individuale, ma anche della crisi di un modello sociale che i fatti del 2020-2022 sembrano aver forse paradossalmente acuito, e che forse il nuovo punto di vista delle cosiddette “Generazioni Z” potrebbe mettere definitivamente in crisi. Lo spunto è autobiografico, ma il libro è scritto come un romanzo di fantasia, con una narrazione in terza persona e la scrittura dell’autrice è limpida ed essenziale, senza indugiare in particolari ridondanti come molte storie autobiografiche, ma concentrandosi essenzialmente sul percorso interiore e di consapevolezza della sua protagonista, mentre gli altri personaggi del romanzo restano presenti, ma sullo sfondo

Benedetta Pennetta

L’autrice

Benedetta Pennetta è nata a Campi Salentina (Le) nel 1987. Appassionata di canto e recitazione, ha fatto parte di una compagnia teatrale locale con ruoli da protagonista. Si è laureata in Lingue e Letterature straniere all’Università del Salento, per poi specializzarsi all’Università Ca’ Foscari di Venezia in Lingue e Istituzioni Giuridiche dell’Asia Orientale. Successivamente, ha lavorato per una grande multinazionale prima a Roma e poi a Ginevra, dove attualmente vive con il marito Matteo e il cane Ragù. Il suo incontro con la scrittura nasce dal crollo dovuto alla lunga esperienza di un ambiente lavorativo nocivo, e da un percorso di psicoterapia dai quali è scaturito Grazie per non avermi vista. La sua opera, non ancora pubblicata, ha partecipato al concorso letterario “Pluriverso femminile” di Lecce ottenendo il terzo premio nella sezione romanzi.

 





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