Gino Sannino, l’imprenditore che da trentacinque anni, lotta per avere giustizia, a seguito di una truffa perpetuata ai suoi danni, che lo ha portato a perdere tutti i beni, non si rassegna e continua a battersi dentro e fuori dal Palazzo di Giustizia. Dentro le aule del Tribunale, in quanto la vicenda giudiziaria non si è ancora conclusa e Sannino, in una sorta di processo kafkiano, interpreta  di volta in volta, la parte dell’imputato o quella della parte lesa. Fisicamente fuori dal Palazzo di Giustizia, perchè, anche ieri, come successo altre volte in passato lo  stesso Sannino, inscena una protesta pacifica proprio di fronte al luogo dove si aspetterebbe di avere giustizia, come detto, dopo la bellezza di tre decenni e mezzo.

Anche ieri, 9 aprile, dunque Gino Sannino, ha parcheggiato il proprio furgone con striscioni sul tetto dello stesso ed ha posto fuori, lungo il marciapiede, dei pannelli di legno con manifesti, nei quali esprime tutto il suo dissenso verso un sistema giudiziario, che nel caso specifico, possiamo definire quantomeno elefantiaco per lentezza, dato che, in così tanto tempo, non si è ancora arrivati a definire la vicenda in un modo o in un altro.

Luca Monti

Ph. Stefano Giannattasio