Critica psicoantropologica dell’epoca del sesso virtuale o solitario
9 Novembre 2024 pubblicato in Attualità
Questo articolo, vuole essere una critica caustica e pungente sulla psicoantropologia umana dell’epoca del sesso virtuale, triste fenomeno che caratterizza la quotidianità odierna, del quale non si può parlare se non in modo politicamente corretto e pertanto, è: retrogrado, maschilista, giudicante, borghese, paternalista, moralista, pseudo cattolico, anacronistico, sessista… parto dai commenti perché so che ormai quando ci si esprime si cammina spesso su terreni minati, bombe di “non si può dire” messe a caso da gente che ci guadagna se chi ha qualcosa da dire resta fermo in modo da non incontrare nessuno. Se io ho qualcosa da dire ma nessuno a cui dirla resta un bello spreco di neuroni… è bello condividere, è bello confrontarsi, è bello incontrarsi e scontrarsi quando la dialettica è sana e curiosa. Come disse Leonardo da Vinci:
“Saper ascoltare significa possedere, oltre al proprio, il cervello degli altri.”
Perché insomma quando parlo sento la mia opinione, quando ascolto ho la grande opportunità di imparare qualcosa, attraverso l’incontro con l’altro, che, se ci fate caso, adesso è la cosa da evitare il più possibile, in un’era social, ma non sociale, nella quale niente facilita l’aggregazione, la comunità, la socialità. In questa ipocrisia del mondo social c’è un evidente volontà di spingere all’individualizzazione, alla solitudine narcisista, al diventare esseri egoriferiti e autocentrati. Io. Io. Io più che mai. Comunicare fa paura, meglio saperci soli, chiusi in casa con davanti un computer che ci narra che abbiamo 1000 follower o amici, o un cellulare con il quale possiamo passare la serata a scorrere all’infinito facce di potenziali amanti. Avete mai visto un porno?
“Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri”
Diceva Voltaire, vero, ma aggiungo che se vuoi capire, oggi, gli usi e costumi di una società puoi guardare un porno. Adesso nel porno dappertutto ci sono i Sex Toys. Vibratori classici, anelli per la base del pene, dilatatori anali, vibratori a doppia entrata, vibratori clitoridei… chi più ne ha più ne metta. Insomma già sono a casa da sola e manco guardo altri due che fanno l’amore, ma guardo un’altra che si masturba con un vibratore? Particolare… poi per carità, l’eccitazione è personale, privatissima e sacra. Quello che ti eccita e ti fa star bene è davvero sacrosanto. Ma sinceramente non posso non essere insospettita da questa pubblicità, al di là del porno che è già più di nicchia, per giocattoli sessuali, mi rifiuto di usare ancora la parola inglese perché ogni volta che si usa un inglesismo a caso, un Accademico della Crusca muore e già ne son rimasti pochi… ormai li trovi in farmacia nei distributori automatici e nelle nuove generazioni sono estremamente sdoganati. Davvero è un bene? Davvero è emancipazione sessuale? Libertà? Progresso? L’altra sera ero a cena col mio amico leggermente più grande di me, quarantenne appassionato del gentil sesso, che mi raccontava di aver frequentato una venticinquenne per qualche mese e che mentre facevano l’amore lei tirava spesso fuori una serie di gadget che lo hanno fatto sentire un po’ inutile e messo leggermente in crisi della serie “se vuoi vi lascio soli”… è bellissimo vedere il proprio partner godere, è meraviglioso fare di tutto per procurare piacere all’altro – godo nel vederti godere – quella dinamica lì di eccitazione reciproca che si espande e si diffonde e ti scatena. Ma posso capire la perplessità per uno della mia generazione sul fatto che stai usando una cosa per procurarti piacere mentre sarei ben lieto di leccarti io il clitoride già che sono qua… vero che ci sono limitazioni fisiche, che se ti sto penetrando non posso leccarti, ma da che mondo e mondo sono esistite le dita, le mie, le tue, esiste tanta creatività, tanta saliva, tanti giochi sessuali fatti di pelle e non di plastica. Ripeto, si può fare, non c’è niente di male a utilizzare quello che piace, anzi, se questi strumenti servono a conoscere il mio corpo, a sapere cosa mi piace evviva e che Dio li benedica, e non sono blasfema ma seria. Ahimè però non riesco a non percepire un pericolo dietro questa moda, un ennesimo modo di dirci: “fai da solo”. L’altra sera sono stata a cena da una coppia storica di amici che si è trasferita in una casa nuova. Lei ci ha fatto vedere la casa e aprendo una stanza ha detto: “Questa è la camera da letto che usiamo solo per dormire visto che non spazziamo mai.” Auguri per la convivenza! Dopo cena le ragazze venticinque, ventottenni, iniziano a parlare di questi giocattoli sessuali e con grande tranquillità si raccontano i nuovi acquisti fino a fare un pellegrinaggio in camera, dove, per la prima volta, osservo queste cose dal vivo (fino alla scorsa settimana i vibratori per me erano aggeggi visti in una vetrina nelle Ramblas a Barcellona) e ricevo una specie di shock quando la proprietaria di casa tira fuori un coso chiamato “PuntoG” che mi ricorda lo strumento che si usa per fare l’ecografia transvaginale e per evadere dai miei ricordi traumatici cambio direzione allo sguardo, osservo quel letto di quella camera e mi ricordo la frase “lo usiamo solo per dormire”…quando siete assieme, penso, da sola ci fai di tutto. Capisco che se il tuo ragazzo non è proprio un generoso a letto, un passionale, un toro da monta hai un cassetto pieno di “amici di gomma” (cit.Casalino) ma siccome sono convinta che la sessualità sia un’ alchimia fra due persone, non esistono quelli/e bravi/e a letto ma esiste una compatibilità, un desiderio. Io posso essere una scatenata o uno stoccafisso, dipende da mille fattori, ma questo fa parte del gioco, il conoscersi, l’annusarsi, il toccarsi, l’assaporarsi, il gustarsi, solo che è molto più faticoso che la garanzia 100% soddisfatti o rimborsati. L’orgasmo è una ricerca e una conoscenza non un diritto costituito e parlo anche per gli uomini, perché apparentemente un uomo viene punto e basta ma l’intensità di un orgasmo maschile può variare enormemente, non si tratta solo del produrre sperma. Il piacere è come il nostro femminile, estremamente sottile e variabile e può raggiungere picchi strepitosi come essere una banale performance. Conoscere se stessi è magnifico e penso che la sessualità sia una di quelle cose nella quale è assieme all’altro che posso conoscermi e sperimentarmi, che l’altro può farmi scoprire cose di me inimmaginabili fino all’istante prima, lasciarmi andare, affidarmi, la fiducia nel fare l’amore. Mi piacerebbe pensare che si sia ancora capaci di fare l’amore, che si faccia ancora l’amore, mentre ho l’impressione, che tanta gente si accoppi, se lo fa, malamente e che quando riesce davvero a godere e lasciarsi andare lo faccia in solitudine. Finirà che non ci si toccherà più, che le coppie useranno le camere da letto solo per dormire e poi tutti a fare la fecondazione in vitro o scorrere futuri bambini su un computer e il nuovo tinder match sarà genitori/figli.
Fiamma Melloni