I penitenziari toscani quali prospettive per il futuro?

26 Luglio 2024 pubblicato in Toscana


Oggi tre notizie riguardano i penitenziari toscani, due, a nostro avviso negative ed una positiva. Lasciamo quella positiva per ultima ed iniziamo con Sollicciano. la Direttrice del carcere fiorentino, è stata multata per oltre 28Mila Euro, dal Ministero della Giustizia, per il degrado strutturale nel quale si trova quel penitenziario. La vicenda, appare surreale, con il Ministero, che dovrebbe essere responsabile della gestione e della manutenzione delle strutture carcerarie, che multa una propria dipendente per tali inadempienze ministeriali, anzichè cercare di risolverle. I maligni sostengono che la multa sia stata comminata alla direttrice, per “punirla” per non essere riuscita a prevenire la rivolta di tre settimane fa dovuta all’ennesimo suicidio nel carcere fiorentino. Non sappiamo ovviamente, se quest’ipotesi che circola nei corridoi politici della nostra città, sia vera o meno, ma certo la cadenza temporale è sospetta e forse proprio per questo, il nuovo Sindaco, di Firenze, Sara Funaro, ha subito espresso alla direttrice di Sollicciano, la propria solidarietà politica. La seconda notizia, anch’essa, a nostro avviso negativa, viene da San Gimignano, con due detenuti di quel penitenziario, che come spesso per fortuna, accade in ambito carcerario si sono messi a studiare iscrivendosi all’università e si sono visti pignorare dall’Agenzia delle Entrate, le borse di studio guadagnate per meriti studenteschi. Ci domandiamo quale possa essere la ratio di questo pignoramento, fatto per compensare le spese di giustizia dovute allo Stato dai due detenuti. La domanda viene spontanea, perchè, se la pena detentiva deve essere vista in chiave riabilitativa, il pignorare la borsa di studio a chi cerca di redimersi attraverso la cultura ed ottenendo una gratificazione per il proprio impegno in tal senso, va nella direzione opposta, perchè nega ogni speranza a quell’individuo. La terza notizia, quella positiva, viene dall’isola di Pianosa, dove sette detenuti presso la casa di reclusione di Porto Azzurro, si occuperanno del monitoraggio e della salvaguardia dei nidi delle tartarughe marine, che proliferano, appunto, a Pianosa. Quest’ultima notizia, oltre che positiva, potrebbe diventare foriera di nuove prospettive per le carceri italiane. Se, infatti, cominciasse a passare l’idea che i detenuti ovviamente non quelli pericolosi, possono occuparsi di lavori socialmente utili e venissero magari premiati con uno sconto di pena di un giorno, per ogni giornata di lavoro reso alla comunità tramite l’assunzione da parte dei Comuni interessati, si arriverebbe a svuotare gradualmente le carceri senza ricorrere a indulti generalizzati e si potrebbero risolvere anche tanti “piccoli” problemi, quali la gestione del patrimonio arboreo cittadino, o la manutenzione delle strade, senza contare che così facendo, si darebbe davvero un senso riabilitativo alla detenzione, offrendo una professionalità ai carcerati. Ci piacerebbe dunque che il Sindaco Funaro, oltre a dare la giusta solidarietà politica, alla direttrice di Sollicciano, si facesse capofila di un fronte dei sindaci favorevoli ad introdurre nelle normative nazionali, la possibilità per i detenuti, di svolgere lavori socialmente utili, che non sono da paragonare come molti potrebbero pensare ad una forma di lavori forzati alla “Papillon” nella Guyana francese, ma vanno intesi come una vera opportunità di riabilitazione dell’individuo che si redime aiutando la comunità, a risolvere alcuni problemi prestando il proprio lavoro e facendo risparmiare i Comuni.

Luca Monti





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