Il 3 Febbraio del 1706 nasceva a Carrara lo scultore Giovanni Antonio Cybei
3 Febbraio 2025 pubblicato in Pillole d'Arte

Il 3 Febbraio del 1706 nasceva a Carrara, lo scultore Giovanni Antonio Cybei. Rimasto orfano di entrambi i genitori ad appena quattro anni, viene avviato ala tecnica dello scalpello, dal nonno materno ed in seguito entra nella bottega dello scultore Giovanni Baratta, cugino della madre Maria Maddalena, che lo introduce a Roma, dove gli presenta l’altro scultore, famoso in quella città Agostino Cornacchini. Resta a Roma cinque anni, per poi rientrare nella bottega del Baratta, che lo porta con sè a Torino, dove l’artista viene nominato Scultore Reale in Marmo, da Vittorio Amedeo I di Savoia. Nel 1730 deve lasciare l’incarico a causa della guerra familiare dei Savoia, per la successione a Vittorio Amedeo I e decide di fare ritorno a Carrara. In un primo momento segue il Baratta, in Portogallo e Spagna, dove i due lavorano ad opere monumentali per i reali di quei Paesi, poi decide di abbandonare la carriera artistica per seguire la via religiosa, diventando Sacerdote nel 1739 e da allora sarà conosciuto come “Abate Cybei”. Tuttavia probabilmente per senso di gratitudine nei confronti dell’ormai anziano maestro e parente, riprende l’attività artistica, portando avanti, in prima persona la bottega del Baratta, abbandonando però le committenze private, per dedicarsi solo a sculture religiose. Alla morte del Baratta, che gli lascia una cospicua eredità, smette nuovamente di fare lo scultore, per tornare a Roma, pensando forse di potersi dedicare a tempo pieno al sacerdozio, ma dopo due anni, nei quali prova persino a passare alla pittura, viene pressato dagli allievi della bottega che si erano sentiti abbandonati e decide di rientrare a Carrara, per riprendere in mano la situazione. Per sviluppare nuovamente l’attività, che si era un pò arenata, a causa della mancanza di un titolare, decide di ricominciare anche con le committenze private e grazie ad alcuni mercanti olandesi che vivevano in Toscana, viene introdotto nelle principali corti europee fino a diventare, nel 1774 anch’esso nobile con patente di nobiltà concessagli dal Duca Francesco III d’Este, come premio aggiuntivo oltre al salario convenuto per la realizzazione del suo monumento equestre, per la Piazza di Sant’Agostino a Modena, considerato l’opera più importante del Cybei, purtroppo atterrato dunque perso, a seguito dei moti rivoluzionari del 1797. Diventato “Canonico Primicerio” equivalente del termine odierno Monsignore Giovanni Antonio Cybei, muore a Carrara, il 7 Settembre del 1784 e viene sepolto nell’oratorio attiguo al Duomo di Carrara, ai piedi dell’altare maggiore, dov’è ancora visibile la sua lastra tombale:
«HIC JACET CANONICUS PRIMICERIUS JOHANNES ANTONIUS CYBEI NOBILIS MUTINES. QUOD VENIAT IMMUTATIO EJUS OBIIT VII IDUS SEPTEMBR. ANN. MDCCLXXXIV AETATIS SUAE LXXVIII»
L’opera che vi propongo, in questa Pillola d’Arte, è: “Il San Giovanni Battista” realizzato nel 1771 per il Battistero di Volterra. Si tratta di una scultura in marmo che sovrasta la vasca battesimale, opera di Giovanni Vaccà, realizzata nel 1759. La scultura, che appare stagliarsi leggiadra sopra la fonte battesimale non è proprio banale, in quanto è andata a sostituire un’opera di Andrea Sansovino, del 1502 tuttora visibile più a destra, che decorava la vasca più antica. Giovanni Antonio Cybei, non ha avuto quindi alcun timore reverenziale, nel doversi confrontare con un artista classico del calibro e della fama del Sansovino ed ha scelto proprio la via della leggerezza scultorea per affermare in quel Battistero, la propria personalità artistica. La figura del San Giovanni, infatti, colpisce proprio per la sua finezza, accompagnata però dalla posizione del braccio destro, estremamente squadrata che dà al corpo una sensazione di forza e solidità spirituale, che sembra essere (r)accolta dalla mano aperta.
Luca Monti