Oggi iniziano le celebrazioni ufficiali per i 550 anni di Michelangelo
6 Marzo 2025 pubblicato in Pillole d'Arte

Il 6 Marzo del 1475 nasceva, a Caprese Michelangelo (AR) il famosissimo Michelangelo Buonarroti, da tutti conosciuto semplicemente come Michelangelo. Inutile dire che si tratta di un artista sul quale sono stati scritti centinaia di libri e quindi ogni biografia pur breve da parte mia risulterebbe ridondante. Quest’anno tuttavia, il suo compleanno risulta particolarmente importante perchè, è il 550esimo ed infatti da oggi partono ufficialmente le celebrazioni che dureranno tutto il 2025. Michelangelo, morì a Roma il 18 Febbraio del 1564 ma venne traslato nella basilica fiorentina di Santa Croce, dove si trova tuttora la sua tomba, il 14 Luglio successivo, dopo il trafugamento della sua salma operato da Lionardo Buonarroti nipote dell’artista, in accordo col Granduca Cosimo I che voleva a tutti i costi, che il funerale e la sepoltura di questo vero genio dell’arte, avvenissero a Firenze e così fu, con un funerale principesco nella chiesa di San Lorenzo ed una tomba realizzata niente meno che da Giorgio Vasari, che di Michelangelo fu amico. L’opera che vi propongo in questa pillola d’arte, è famosissima. Si tratta, infatti, del “Tondo Doni” che si trova agli Uffizi, ma preparatevi perchè la spiegazione che ne darò, è da considerarsi osè. Non cadiamo tuttavia nell’errore di vedervi messaggi pornografici o politico culturali, che non sono coerenti col significato datogli da Michelangelo, ma certamente, si tratta di un’opera di assoluto rilievo e che, a mio avviso, ha letteralmente reso inutile buona parte della cosiddetta arte contemporanea come la conosciamo noi. Dal famoso “Orinatoio” di Marcel Duchamp del 1917 infatti, molti artisti, hanno pensato di divenire famosi con delle provocazioni afferenti agli organi sessuali maschili e femminili più o meno esplicite, per arrivare fino alla “Banana” di Maurizio Cattelan, di qualche mese fa. Ma costoro, devono farsi una ragione perchè, come detto Michelangelo, dipinse nel Tondo Doni, qualcosa di molto più hard, già intorno al 1506 e quindi le opere di questo genere ad esso successive, sono, di fatto da considerarsi al massimo delle belle performances a fini pubblicitari personali, di chi le ha realizzate, ma del tutto ininfluenti, nel corso della storia dell’arte, malgrado la maggior parte dei critici, continuino ad elogiarle come innovative e rivoluzionarie. Ma vediamo nel dettaglio alcuni elementi del “Tondo Doni”. Dal punto di vista tecnico si tratta di una tempera grassa, su una tavola tonda del diametro di 120 cm, con una cornice, raffigurante in alto il volto di Cristo ed a seguire, quelli dei Quattro Evangelisti. La cornice, è opera di Francesco Ferrucci del Tasso. Il Buonarroti, come prima cosa, ha portato sulla terra, in una dimensione umana la Sacra famiglia, che cosa inedita in quel tempo, è stata raffigurata senza le classiche aureole simboleggianti la santità. Già questo particolare basterebbe a definire l’opera dissacrante, ma se a questo aggiungiamo che la Vergine, sta masturbando il Bambino ed ha un’espressione piuttosto spinta, ecco che Orinatoi e Banane varie, perdono letteralmente ogni senso a distanza di secoli. Se a questo aggiungiamo poi i cinque transessuali sullo sfondo e la figura di San Giovannino, sulla destra che appare come in estasi tanto da sembrare un Bacco, che però ha anch’egli la mano destra in posizione sospetta, ce n’è abbastanza, da farci credere che i committenti dell’artista, la famiglia Doni, che voleva celebrare le nozze fra il loro Angelo e Maddalena Strozzi, siano rimasti letteralmente sconvolti. Ma come ho detto, non dobbiamo fermarci a questi aspetti pur potentissimi come richiami sessuali, perchè Michelangelo, voleva probabilmente scioccare i committenti per non essere più chiamato come pittore ed infatti, a quanto mi risulta dopo il “Tondo Doni” egli non ha più realizzato opere pittoriche ma solo sculture, a parte la “Cappella Sistina” per la quale non poteva certo dire no al Papa, oltretutto ad uno che incuteva timore solo a guardarlo, come Giulio II della Rovere. E comunque l’artista ci mise anni a terminarla, a conferma della sua idiosincrasia verso la pittura. A sostegno della mia ipotesi sul fatto che Michelangelo, abbia fatto questa grossa provocazione per non essere suggerito come pittore ad altri committenti da parte dei Doni vi è, nel Tondo, la dimensione spropositata rispetto a tutto il contesto della Sacra Famiglia, che potremmo definire monumentale, dunque statuaria, dunque scultorea. Ed anche i cinque transessuali, non paiono essere seduti od appoggiati a casaccio nella composizione, ma sono su una sorta di balaustra di marmo forse in attesa di essere scolpita. E guarda caso, il marmo era il materiale preferito di Michelangelo. Insomma il “Tondo Doni” è un’opera di straordinaria ed eterna contemporaneità.
Luca Monti