Oggi sono partiti i dazi doganali sulle auto elettriche cinesi

5 Luglio 2024 pubblicato in Attualità


Come avevamo accennato ieri, è arrivata l’ufficialità della notizia che l’Unione Europea, con decorrenza da oggi, ha applicato un aumento dei dazi sulle importazioni di auto elettriche cinesi, differenziati per azienda e che arrivano per taluni produttori a quasi il 50% del prezzo del veicolo. Attenzione però, alle ritorsioni che la Cina, ha già deciso di applicare e che riguardano l’importazione dai paesi europei di carne di maiale alimento molto consumato in Cina, liquori, vino e persino le automobili a benzina e diesel, che, secondo le linee guida della green economy, potrebbero, a breve essere bandite dall’Unione Europea ed al momento, hanno nel Paese del Dragone, un mercato fiorente. Ecco perchè, la maggior parte delle case automobilistiche europee, certamente guidate da manager veri e seri, che non devono rendere conto a nessuno se non al mercato, a differenza dei politici dei rispettivi Paesi, che ormai, dipendono dagli interessi di Bruxelles e Washington, sono fermamente contrarie a questo tipo di protezionismo industriale messo in atto dall’Unione, contro la Cina, avendo capito che si trasformeranno presto in un boomerang che tornerà indietro, colpendo duramente il vecchio continente. Se a questo si aggiunge la minaccia cinese, riportata da alcune testate tedesche, di azzerare l’esportazione diretta, od indiretta, attraverso le triangolazioni con gli ormai numerosi Paesi alleati di Pechino, verso l’Europa, delle cosiddette terre rare, o di altre materie prime, dalle quali dipende, ormai gran parte dell’industria globale, ecco che la tempesta economica perfetta, potrebbe presto abbattersi sull’Europa, che si troverebbe, nel giro di pochi anni, a dover vivere esclusivamente di agricoltura, turismo e molto probabilmente sussidi a pioggia, per impedire povertà e rivolte sociali, grazie al suicidio del proprio ecosistema industriale ormai quasi trisecolare, ma ancora perfettamente funzionante, indotto dalle scellerate politiche di Bruxelles, dove regna una gerontocrazia burocratica, formalista e ideologicamente pauperista, del tutto scollegata dalla realtà geopolitica attuale, della quale i vari Mario Bros di turno, spacciati per santi taumaturghi, rappresentano l’ala economicista radicale, coi risultati fallimentari, che almeno in Italia, abbiamo visto e stiamo vedendo dall’inizio di questo ventunesimo secolo. Ma, alla fine, siccome c’è vita, anche in Europa, la montagna ha partorito il classico topolino e i dazi che partono oggi, verso le auto elettriche cinesi, sono solo provvisori e dunque non esigibili sino alla ratifica completa degli stessi che dovrà avvenire entro il 2 novembre prossimo, con votazione a maggioranza qualificata di almeno quindici Paesi su ventisette, che rappresentino il 65% della popolazione comunitaria, con la quale, entrerebbero in vigore per cinque anni. Non è difficile immaginare, che se le condizioni socioeconomiche generali europee, dovessero peggiorare in modo grave, molti dei ventisette Paesi, finirebbero per non approvare i dazi, mettendo così fine ad una guerra doganale con la Cina, che alla fine, non conviene a nessuno dei giocatori al tavolo di questo Risiko.

Luca Monti





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