Sarà un’opera del grande artista toscano Marino Marini (Pistoia 27 Febbraio 1901 – Viareggio 6 Agosto 1980) la superstar della prossima asta londinese di Phillips, in programma il 10 e l’11 ottobre prossimi. Si tratta del “Cavaliere Azzurro” realizzato nel 1952 che viene proposto in vendita con una base d’asta tra le 600Mila e le 900Mila Sterline. Ci fa molto piacere questa quotazione, che, in meno di cinque anni, rivaluta enormemente Marino Marini, sul mercato internazionale, se si pensa al fatto che nel 2019 sempre a Londra, ma da Bonhams, un suo “Cavallo e Cavaliere” del 1951 e su sfondo azzurro, quindi assimilabile a quello messo all’incanto da Phillips, al quale si riferisce la foto di copertina ed a corredo dell’articolo, era stato venduto a solo 93,812.50 Sterline, pari, in pratica, al dieci per cento della stima massima, proposto per il lotto del 10/11 ottobre. Saremmo ancora più contenti se il “Cavaliere Azzurro” sfondasse il Milione di Sterline, perchè, a nostro avviso, Marino Marini, merita di essere valutato queste cifre, anche per quanto riguarda le sue opere pittoriche, da sempre considerate “minori” rispetto a quelle scultoree. Persino la Fondazione a lui dedicata, lo definisce nel proprio sito, come: “Uno dei più importanti scultori italiani del Novecento” ed in effetti, lo è stato, ma non si possono, appunto, dimenticare i suoi dipinti, nascondendosi dietro l’importanza delle sue statue. Sarebbe come negare la rilevanza nella storia dell’arte della Cappella Sistina, solo perchè Michelangelo, è stato, forse, il più grande scultore di tutti i tempi. Oltretutto, Marino Marini, si dedicava volentieri alla pittura, a differenza del Buonarroti, che notoriamente non amava questa forma artistica. E’ lo stesso Marini a dircelo, con questa frase, ripresa sempre dal sito della Fondazione:

“Concepire una forma per me è accorgersi del colore – visione di colore – animosità della vita – animosità della forma. Ho cercato nel colore l’inizio di ogni idea che doveva diventare qualcosa. Dipingere è mettersi nella poesia del fatto, e il fatto nel fare diventa vero.”

Luca Monti