Un gruppo di atlete sta organizzando una protesta contro il gender nello sport

22 Luglio 2024 pubblicato in Sport


Un gruppo di atlete di varie discipline sportive e di diversi Paesi, che per timore di ritorsioni, non si sono firmate, hanno diramato un comunicato stampa col quale denunciano la paura del Comitato Olimpico Internazionale, di passare come ente politicamente scorretto, che ha portato all’ammissione a gare sportive riservate alle donne, di sempre più soggetti cosiddetti “gender” nati uomini, ma che si sentono donne, che sfruttano la propria supremazia fisica per imporsi e vincere, a scapito delle donne biologiche. Le atlete, hanno anche ventilato la possibilità, di inscenare una protesta alle prossime Olimpiadi, che inizieranno a Parigi, tra pochi giorni. Ecco il testo del comunicato stampa: “La nuova politica del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) per le Olimpiadi di luglio a Parigi, che asseconda l’agenda LGBT permettendo a uomini biologici di gareggiare contro le donne, seppellirà i sogni di centinaia di migliaia di ragazze, adolescenti e giovani atlete in tutto il mondo. L’inclusione di partecipanti “transgender” negli sport femminili non è solo ingiusta, ma può essere estremamente pericolosa per le donne che vi partecipano. Basta ricordare che:

Nel Regno Unito, la Rugby Football Union, è stata costretta ad ammettere che l’inclusione di uomini transgender nello sport, ha causato un aumento delle fratture ossee e gravi commozioni cerebrali alle donne vere in campo.

Tiffany Abreu (nata Rodrigo Pereira de Abreu) ha iniziato a dichiarare di essere una donna, si è unito a una squadra femminile di pallavolo brasiliana e si sta divertendo a battere record e a dominare partite grazie ai vantaggi fisici di un corpo biologicamente maschile.

Terry Miller e Andraya Yearwood, hanno trasformato l’atletica leggera femminile negli Stati Uniti, in una farsa, sconfiggendo costantemente e in modo schiacciante le ragazze biologiche e privandole di titoli, borse di studio e sogni.

Ma cosa ancora più tragica, quando le donne e le ragazze si lamentano di essere state sacrificate in nome dell’inclusione dei “transgender”, vengono ostracizzate, perdendo borse di studio, l’inserimento nella loro squadra e, a volte, subendo anche violenze per la loro dichiarazione. Ad esempio, la nuotatrice americana Riley Gaines, una schietta sostenitrice dello sport femminile, è stata costretta a nascondersi disperatamente in una stanza ed a rimanere barricata per ore in un campus universitario mentre una folla all’esterno inneggiava contro di lei. Dobbiamo quindi unirci in difesa delle donne e delle ragazze di tutto il mondo per garantire l’equità, la sicurezza e l’integrità degli sport femminili, specialmente adesso che abbiamo a disposizione il palcoscenico globale delle Olimpiadi di Parigi, che amplificherà le nostre voci e ne moltiplicherà l’impatto.”





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