Il culto mediceo dei Santi Cosma e Damiano
26 Settembre 2024 pubblicato in Dantescamente
Oggi la Chiesa, celebra i Santi Cosma e Damiano, che pur non essendo fiorentini, hanno comunque molto a che fare con la nostra città, grazie ai Medici, che ne fecero un culto molto particolare. Prima di parlare di questo, però, vediamo la storia di questi due Santi. I santi Cosma e Damiano, noti anche come santi medici (in greco antico: Κοσμᾶς καί Δαμιανός, Kosmâs kaí Damianós; in latino Cosmas et Damianus) erano due gemelli nati ad Egea, nel 260 circa e morti a nel Cirro, 303 erano fratelli maggiori di altri tre Santi: Antimo, Leonzio ed Euprepio. Come detto erano due medici cittadini romani, anche se nati in Arabia, e sulla loro vita, le notizie sono scarse. Si sa, appunto, che erano gemelli e Cristiani e che si dedicarono alla cura dei malati, dopo aver studiato l’arte medica in Siria. Ma erano medici speciali. Spinti da un’Ispirazione Superiore, infatti, non si facevano pagare. Di qui il soprannome di anàrgiri (termine greco che significa «senza argento», «senza denaro»). Ma questa attenzione ai malati, era anche uno strumento efficacissimo di Apostolato. E fu proprio questa loro «Missione» Cristiana, a costare la vita, ai due fratelli, che vennero martirizzati, durante il Regno dell’Imperatore Diocleziano, quando, forse nel 303 il governatore romano li fece decapitare. Furono anche sfortunati, perchè bastavano pochi anni e le cose per i Cristiani, sarebbero cambiate. Aldilà di questi scarni dati agiografici, tuttavia, per i Medici, come detto e dunque in conseguenza, anche per Firenze, prima e per tutta la Toscana, poi, i Santi Cosma e Damiano, furono talmente importanti da avere una festività, ad essi dedicata, il 27 settembre, data presunta del loro martirio. Da Cosma, infatti, si origina il nome Cosimo e due fra i personaggi principali nella storia della famiglia Medici, si chiamavamo proprio Cosimo, vale a dire il Vecchio, che possiamo definire il fondatore di quella dinastia anche se non è proprio così, essendo la famiglia probabilmente ben più antica e Cosimo I colui che divenne Granduca di Toscana, portandone il potere ben oltre le mura di Fiorenza. Proprio per questo dopo la morte di Cosimo il Vecchio, la famiglia, per celebrarne l’importanza lo definì come “Pater Patriae” ma soprattutto dopo l’avvento al potere Granducale, col suo omonimo Cosimo I non si fece problemi a commissionare a Giorgio Vasari, un dipinto che li raffigurava entrambi proprio come Cosma (Cosimo il Vecchio) e Damiano (Cosimo I), come si vede nella foto di copertina ed a corredo dell’articolo. Quello che appare strano nella storia del dipinto, che è un trittico, recante al centro la “Madonna dell’impannata” replica di quella di Raffaello ed ai lati, appunto i due ritratti medicei, è il fatto che il Vasari, nei suoi scritti, ammette che San Cosma, è in realtà, Cosimo il Vecchio, ripreso da un suo ritratto post mortem, ad opera del Pontormo, che a sua volta lo aveva copiato da un profilo effigiato in due medaglie, realizzate da un artista fiorentino anonimo per il 16 Marzo 1465 data nella quale il capostipite, venne onorato col titolo di Pater Patriae, con un’apposita cerimonia, mentre riguardo a San Damiano, omette il dettaglio che si tratta del Granduca. I motivi di questa omissione, a nostro avviso possono essere i seguenti: o il Vasari, dava per scontato questo dettaglio, vista l’ammissione su San Cosma, o Cosimo I in un afflato di umiltà, aveva preferito non compararsi ad un Santo, oppure ancora e lo riteniamo più probabile, lo stesso Cosimo I aveva dovuto, forse suo malgrado “cedere il passo” al ricordo del capostipite suo omonimo che dunque, era stato raffigurato come San Cosma e non volendo essere identificato con San Damiano, non lo ha fatto dichiarare al Vasari come un suo ritratto, cosa che comunque appare evidente confrontando quel dipinto con tutta la ritrattistica inerente Cosimo I. In ogni caso il Granduca, ha voluto per così dire, prendersi la rivincita sul suo prestigioso antenato, facendosi porre dal Vasari, sulla sinistra del trittico, dove si suppone debba stare San Cosma, anzichè sulla destra come San Damiano. Insomma, i Medici, sapevano giocare molto bene col simbolismo nell’arte, oltre che utilizzare il culto dei Santi, a loro piacimento.
Luca Monti