L’esoterismo di Gabriele D’Annunzio

22 Agosto 2024 pubblicato in Cultura


Il “Vate” sull’esoterismo diede la seguente definizione:

“La nostra vita è un’opera magica, che sfugge al riflesso della ragione e tanto più è ricca quanto più se ne allontana, attuata per occulto e spesso contro l’ordine delle leggi apparenti.”


A tal proposito, la sua vita, fin dalla nascita fu caratterizzata da un profondo esoterismo magico ed occulto. Il tutto forse iniziò quando il nonno paterno inserì tra le sue fasce una moneta d’argento che in base alle credenze popolari in voga fra le genti sabelle che abitavano l’Appennino Centrale, vera e propria culla della nazione italica, gli avrebbe fatto prendere la sua prodigalità. Il suo primo esoterismo si espresse nell’editio pieta dell’Isotta Guttadauro del 1896. Ma lo Zenit dell’esoterismo dannunziano si raggiunse dopo l’incidente aereo del 1916 che lo rese cieco all’occhio destro, e da quel momento lui si proclamò L’Orbo Veggente e incominciò ad interessarsi in modo maniacale e intenso alla neuropatia, alla gemmologia e soprattutto, alla numerologia, da come si evince visitando il Vittoriale. La villa che aveva acquistato venne infatti, trasformata in maniera forte in base alla numerologia, aggiungendo molti elementi esoterici. L’esempio più palese, è la stanza della meditazione eretta per avere sette lati, numero che anticipa l’infinito dell’8 e rappresenta il ciclo della vita umana, che, come abbiamo detto all’inizio, secondo Gabriele D’Annunzio è un’opera magica.

Roberto d’Amato





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