Oggi primo Marzo nasceva nel 1389 in Via dello Studio Sant’Antonino Pierozzi
1 Marzo 2025 pubblicato in Dantescamente

Ricorre oggi, Primo Marzo, il 636esimo anniversario della nascita di Sant’Antonino Pierozzi, uno dei personaggi fondamentali del ‘400 fiorentino, dal punto di vista spirituale. Antonino Pierozzi, nacque in Via dello Studio, in una casa torre, tuttora esistente e sulla facciata della quale, è ancora visibile il suo busto in terracotta, che lo ricorda. Figlio del notaio Niccolò, ebbe sin da giovane la vocazione religiosa, ma faticò molto ad essere accettato dai Domenicani, a causa della sua corporatura minuta, che lo rendeva poco adatto ad una condotta di vita conventuale. Tuttavia, grazie alle sue doti intellettuali e di grande conoscenza delle Sacre Scritture, riuscì ad essere accettato e venne consacrato sacerdote, probabilmente a Cortona nel 1414 da dove poi venne trasferito a Fiesole ed a Foligno (PG). Fu anche priore di svariati conventi, in giro per l’Italia, prima di rientrare a Firenze, da priore del convento di San Marco, dove si trovano i suoi resti mortali, Sarà proprio a Firenze, che svilupperà, in modo chiaro la propria missione tanto da venire eletto vescovo della nostra città da papa Eugenio IV in persona, che all’epoca si trovava a Firenze. In realtà, Sant’Antonino, non si sentiva pronto pe tale carica ed è famoso il suo tentativo in fuga per evitare l’elezione vescovile, venendo raggiunto a Fiesole e riportato in città. Fu protettore del Beato Angelico, anch’egli Domenicano in San Marco ed instancabile, nello svolgere la propria missione pastorale con visite, pare in tutte le parrocchie cittadine e del contado. Ma diventerà famoso, soprattutto per le grandi opere di carità, soprattutto la creazione dei “Buonomini di San Martino” con sede, in Piazza San Martino, nell’oratorio da lui fatto costruire e che si occupa, da allora, in forma anonima e riservata, di aiutare i cosiddetti poveri vergognosi, caduti in disgrazia e bisognosi d’aiuto, proprio per la loro ritrosia a mostrarsi nella nuova condizione sociale. La foto di copertina ed a corredo dell’articolo, mostra un suo busto reliquiario che si trova proprio all’interno dell’oratorio dei Buonomini di San Martino.

Sant’Antonino Pierozzi, morì il 2 Maggio del 1459 presso il Palazzo dei Vescovi, oggi completamente trasformato, posto di fronte all’attuale Villa Fabbricotti, in Via Vittorio Emanuele. Curiosamente il tabernacolo che lo ricordava, posto davanti al palazzo dove morì, per ricordarlo, dopo la sua santificazione il 31 maggio del 1523 venne scomunicato nel ‘600 e fatto spostare circa un chilometro più in sù, sempre in Via Vittorio Emanuele ma all’altezza dell’attuale Piazza Giorgini. Ignoriamo il motivo per il quale un vescovo abbia fatto scomunicare e spostare un tabernacolo eretto in onore di un suo predecessore, addirittura santo, ma l’episodio, non è leggendario ma storico, essendo stato riportato da Piero Bargellini, il compianto sindaco dell’alluvione e nonno dell’attuale Sara Funaro, che curò il restauro proprio di quel tabernacolo “scomunicato” e dimenticato in periferia. Ed a proposito di Piero Bargellini proprio ieri, 28 Febbraio, nella basilica di Santa Croce, Padre Giancarlo Corsini, ha celebrato una Santa Messa, nel 45esimo anniversario della sua morte, alla quale hanno partecipato la figlia e la nipote, Sara Funaro, come si vede nella foto seguente.

Piero Bargellini è stato ricordato, in quel tragico 4 novembre 1966, mentre, con la lettera di dimissioni da Sindaco in tasca, si stava recando all’ufficio competente a riceverle, ma venne improvvisamente fermato dall’Arno che aveva dei piani ben diversi. E’ stato poi detto, nell’omelia che è rimasto a fare il Sindaco perché amava Firenze ed i Fiorentini e che era un bravo scrittore ed un credente, che amava San Francesco e che ha scritto un libro su di lui ed anche questo è vero, perchè forse pochi sanno che Piero Bargellini e la moglie appartenevano ai Terziari Francescani. Infine, Padre Corsini, ha invitato i presenti a sostenere la Fondazione Bargellini, per conservare nel tempo e valorizzare le sue opere letterarie e la memoria di quello che ha fatto da Sindaco, per Firenze. L’unica nota stonata la scarsa presenza, circa cinquanta persone, alla messa in onore di questo grande Sindaco, che rinunciò alle dimissioni per restare al fianco dei Cittadini, per ricostruire la città, duramente colpita dal suo fiume e che certamente avrebbe meritato di più. Ma ormai, la Firenze di Bargellini, non c’è più ed il tessuto culturale e sociale della città, è profondamente cambiato e sfilacciato e forse molti neanche si ricordano più chi egli fosse e sia stato purtroppo, come forse successe nel ‘600 al tabernacolo di Sant’Antonino Pierozzi. I tempi cambiano e forse dobbiamo farcene una ragione.
Luca Monti