Le autorità slovene hanno reso omaggio ai quattro attentatori della redazione de “Il Popolo di Trieste” nel 1930

10 Settembre 2024 pubblicato in Italia


Le autorità Slovene, con l’Ambasciatore ed il Console a Trieste, insieme alle associazioni del gruppo etnico sloveno in Italia, con tanto di bandiere titine o della ex Jugoslavia comunista con la stella rossa, hanno commemorato, domenica 8 settembre, i quattro terroristi sloveni Ferdo Bidovec, Fran Marušič, Zvonimir Miloš e Alojzij Valenčič, che nel 1930 commisero un attentato alla redazione del giornale “Il Popolo di Trieste” che causò la morte dello stenografo Guido Neri ed il ferimento di tre persone. E’ triste vedere la commemorazione di questi personaggi che pare voler risvegliare un’ideologia, quella comunista, sconfitta e superata dalla storia, così come lo sono il fascismo ed il nazismo. Ma la cosa, a nostro avviso, scandalosa è che gli sloveni, continuano a non voler riconoscere che il Maresciallo Josz Broz Tito, ha fatto infoibare migliaia di Italiani, attuando una grande pulizia etnica, in nome del cosiddetto panslavismo ed osano addirittura commemorare i loro terroristi, proprio vicino a quelle foibe, dove trovarono la morte, molti esseri umani, colpevoli solo di essere Italiani, anche se magari solo qualcuno di essi era fascista. Speriamo che in risposta a questa commemorazione, che appare come del tutto anti italiana, il governo Meloni dopo avere revocato il titolo onorifico di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, al Maresciallo Tito, cui venne concesso dal democristiano Giulio Andreotti, faccia levare quella scritta scandalosa, inneggiante proprio a Tito, dal Monte Sabotino, di fronte alla Gorizia italiana, anche se purtroppo riscontriamo, che molti goriziani e giuliani, per ragioni di convenienza hanno, ormai abbandonato il patriottismo italiano ed invocano il governo dell’Imperatore Francesco Giuseppe. Concludiamo dicendo forte Viva l’Italia, perchè il patriottismo, è un sentimento nobile, che esprime il riconoscimento e la valorizzazione di comuni origini culturali, etniche e linguistiche, che rappresentano oltre al territorio, un Popolo in qualsiasi parte del mondo esso si trovi. Non è dunque una malattia, o una deviazione mentale come oggi vogliono farci credere, nè va confuso col nazionalismo, che, invece esprime la volontà politica, di affermare la propria nazione sulle altre.

Roberto d’Amato





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